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Federico II a Cosenza

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Federico II a Cosenza Ita

Stefano Vecchione
30 gennaio 1222
Consacrazione della Ecclesia magior
FEDERICO II A COSENZA

ISBN 978-88-88557-66-3
Federico II a Cosenza

Anno: 2017
Pagine: 24 ill.
Lingua: italiano
5.00 € Aggiungi
 
 

Descrizione

Federico II ha ventitre anni e da cæsar semper augustus ha la medesima visione laica del nonno calabro-normanno Ruggero II, rex Siciliae, Calabriae, Apuliae, che ha lasciato uno stato che è quasi un impero. Di suo padre Enrico VI, morto di malaria a Messina, non conserva nulla, nemmeno la lingua, dal nonno paterno Federico Barbarossa eredita la potente visione unitaria dell’impero germanico. Non vuole separare la corona imperiale da quella del regno dell’Italia meridionale, e con grande rammarico di papa Onorio III, continua ad operare in modo da annullare anche le resistenze feudali, adottando un sistema di governo che completa e razionalizza quanto di più innovativo proviene dall’esperienza politica di Ruggero II.  Federico ha più volte rinviato la crociata, ed Onorio III, preoccupato del tentennare dell’imperatore, e deciso a non concedere altro tempo, invia alla corte di Palermo il legato apostolico Niccolò Chiaromonte, vescovo di Tuscolo e cardinale. L’incarico dell’alto prelato è quello di obbligare Federico, sotto la minaccia della scomunica, a rispettare le promesse. Il legato ingiunge infine all’imperatore di partire immediatamente per recarsi a colloquio con il pontefice presso la nuova Abbazia cistercense di Casamari a Veroli. Federico è un pericoloso rivale del papato nel voler gestire il potere spirituale e temporale, e con la crociata il pontefice intende allontanarlo dall’Italia, forse per sempre. È ormai inverno, e Federico, che non ha per le navi lo stesso amore che ha per i cavalli, con la sua armata di uomini del Nord e dei suoi fedelissimi calabresi, siciliani e arabi, intraprende l’ennesimo viaggio nella penisola, cavalcando lungo le reliquie del cursus publicus ab Regio ad Capuam. Tra intemperie e terribili tempeste si dirige a Veroli come gli ha chiesto il papa, ma vuole prima presiedere alla consacrazione della Chiesa di Cosenza, la città di Gioacchino da Fiore, confessore e guida spirituale di sua madre, Costanza d’Altavilla.  Nella capitale dei bruzi sono tutti impegnati a completare la chiesa dopo diciotto anni di duro lavoro, così come sul vertice del Colle Pancrazio si riassetta il Castello normanno, ricostruito, come l’Ecclesia maior, dopo la distruzione di Cosenza causata dal terribile terremoto del 9 giugno 1184.  L’allegro suono delle campane saluta il potente imperatore svevo e tutti in città assistono all’arrivo fastoso della corte.  È l’anno 1222 dell’Incarnazione del Signore, il 30 gennaio nel sesto anno del pontificato di papa Onorio III, e in tutta Cosenza è un giorno di festa.  Tra sacerdotium e imperium, Federico II è oggetto di esaltazione, quasi di culto, ma è ancora più grande lo stupore dei cosentini al passaggio del serraglio imperiale.


 
 
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